Episodio 4

“Tarek! Tarek!” gridò Ka colpendo il fratello con piccoli schiaffi sul viso.
“Ahhhh… Chi… sei…”
“Fratello, non mi riconosci?”
“K… Ka… cosa ci fai qui?”
“Che domanda idiota. Secondo te cosa ci faccio?” rispose indicando lo zaino.
Aiutò il fratello maggiore a sedersi, poggiando la schiena proprio alla roccia che lo aveva messo ko.
“Che male. Devo essere svenuto. È così, vero?”
A Ka sfuggì un sorriso. Suo fratello era una delle migliori persone che conoscesse. Forse la migliore. Molto dotato per lo studio, – almeno quanto lo era Ka per la vita militare – era destinato a un luminoso futuro nella sezione scientifica Antar. Cui si accedeva, ovviamente, dopo essersi diplomati alla scuola. Purtroppo, per il dolce e ingenuo Tarek, questo significava dover anche diventare un combattente, cosa per la quale non era affatto portato.
“Sì, ma hai la zucca dura. Si può sapere cosa pensavi di fare?”
“Fermare una squadra di Tulivor intenzionata a piazzare delle trappole, o chissà cos’altro, nella Foresta di Num”.
“Cosa? Ma la guerra delle scuole inizierà ufficialmente tra nove giorni!”
“Hai detto bene. Ufficialmente avrà inizio tra nove giorni, in realtà tutte e due le accademie hanno già iniziato a fare le loro mosse, preparando il terreno per lo scontro”.
“Ma… è legale tutto ciò?”
“Per niente. – rispose una voce che Ka non conosceva – Eppure viene fatto lo stesso. Perché, in guerra, di rado il nemico rispetta le regole”.
La lupa che aveva parlato era alta e atletica. Il suo tono, autoritario e deciso, si intonava perfettamente ai lampi che parevano mandare i suoi occhi blu. Teneva Lork per lo zaino, come fosse una preda catturata da un cacciatore.
La cosa curiosa era che Lork osservava la lupa in modo completamente diverso da quello che avrebbe dovuto avere una vittima.
“Io sono suo prigioniero! Siete tutti testimoni: mi ha catturato lei. Quindi devo seguirla. Ovunque”.
La lupa lo liberò con uno strattone “Mai come quest’anno, gli allievi del primo anno sembrano dei buoni a nulla”.
“Undar, questo giovane allievo è mio fratello Ka”.
Ma certo! – pensò Ka – La leggendaria Undar, capocorso del quarto anno. Dicono che non ci sia un lupo maschio in grado di tenerle testa.
La lupa alzò il mento, unico segno di saluto. Ka rispose con un cenno del capo.
“Simi, vieni fuori. Non sono loro il commando di Tulivor”.
Dall’ombra uscì un altro cadetto, che accompagnava una Desin dall’espressione ancora terrorizzata.
“Non sapevamo foste in zona. Ci siamo mossi senza fornire informazioni al Comando della scuola, che pensa ci siamo presi qualche giorno di permesso. In genere i ripetitori di segnale vengono piazzati nella Foresta di Num un paio di giorni prima l’inizio della guerra. – spiegò Undar – Insieme a voi dovrebbero esserci altri due gruppi”.
“È così, – rispose Ka – ma non riusciamo a contattarli da un po’”.
Undar scambiò un eloquente sguardo coi due compagni “Li hanno presi” sentenziò.
“Che fosse questo il loro vero scopo?” chiese Tarek.
Ka s’intromise “Impossibile. Come ha detto Undar, dovrebbero aspattarsi la nostra presenza non prima di una settimana”.
“Tarek, tuo fratello è più ingenuo di te. – lo canzonò Simi. – Non ha ancora capito che tutto è lecito, dalle intercettazioni, all’acquisto di informazioni fino all’uso di spie”.
“Eppure c’è qualcosa che non torna. Cosa credono di fare? Se sequestrano i vostri compagni, cosa pensano di risolvere? La nostra scuola manderà un gruppo più attrezzato e piazzerà comunque i ripetitori di segnale. Di certo il Comando sarà in grado, attraverso i droni, di seguire qualsiasi cosa possa accadere qui. E l’unico vantaggio possa dare questa foresta è quello legato all’assorbimento dei segnali di trasmissione al suo interno”.
Il ragionamento di Undar filava perfettamente. Ma Ka iniziava a nutrire un sospetto “Siamo un danno collaterale”.
“Un che?” s’intromise Lork.
“Un danno collaterale. Un problema imprevisto e casuale che non rientrava nei piani della squadra mandata da Tulivor”.
“È possibile. – ammise Undar – Ma allora cosa intendono fare?”
“Be’, le possibilità sono molte, ma se dovessi seguire il mio istinto…”
Nessuno parlò. Erano tutti in attesa che Ka terminasse il ragionamento.
Dopo qualche istante di riflessione, Ka riprese “Undar, hai una mappa dell’area?”
La lupa sorrise in modo ironico “Che domande! Prendi” gli disse passandogli un tablet tattico.
Ka lo attivó e proiettò una mappa tridimensionale della zona. La Foresta di Num era colorata con un grigio molto scuro, a indicarne la pericolosità a causa dei problemi di comunicazione, poi attorno si estendeva una vallata verde – la Piana dorata – ai margini della quale, a semicerchio, si innalzavano le cime delle Zanne del Gigante. La Foresta di Num, sul lato est, terminava a picco sul mare. Una caduta libera di ottanta metri conduceva nelle scure acque del Mare Placido, e, con una nuotata di un paio di chilometri, all’Isola di Goroc.
Ka puntò il dito sulla superficie frastagliata dell’Isola “Ecco cosa vogliono fare”.
“Cosa c’entra Goroc?” chiese Undar, dubbiosa.
“Ho studiato le precedenti guerre combattute tra le due accademie, e, quasi nel novanta per cento dei casi, chi conquista Goroc vince la guerra.”
“È vero. – ammise Undar – Chi conquista l’isola ottiene un vantaggio tattico spesso decisivo perché… la vuoi piantare?”
Lork, invece di allontanarsi da Undar dopo essere stato liberato, le si era avvicinato talmente tanto da poggiarle la testa sulla spalla mentre la osservava con occhi sognanti. Lo spintone che si prese lo fece quasi ruzzolare a terra.
“È amore” commento il cadetto del primo anno.
Ka riprese la parola prima che Undar decidesse di tappare la bocca all’amico con metodi più sbrigativi “Non è semplice, ma scendere da questa scogliera a picco potrebbe rappresentare il metodo più efficace per raggiungere Goroc prima degli altri”.
“Continuo a non capire. – commentò la lupa – Se qualcuno prova a scendere da lì – indicò la scogliera – si ritroverebbe allo scoperto e facile preda del fuoco nemico”.
“Vero. Ma solo se tu sai che sono lì”.
Gli occhi di Undar si illuminarono “Non può essere. Questo è troppo scorretto persino per Tulivor”.
“Ehi, che ne dite di spiegare anche a noi. – intervenne Tarek – Non abbiamo capito quasi nulla”.
“Ti spieghiamo strada facendo, adesso dobbiamo assolutamente intercettare e catturare il commando avversario. Ka, tu e i tuoi siete ufficialmente arruolati nel mio branco. Ci darete una mano, e, se tutto andrà bene, mi adopererò presso il Comando della scuola perché siate premiati”.